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Storie di mamme… Storie di A.

storie di mamme

Storie di mamme… le mamme sono tutte un po’ artiste.

Storie di mamme…

Oggi è un giorno come tanti altri… Eppure per ogni mamma ogni giorno è un giorno speciale. Perché per le mamme difficilmente i giorni si assomigliano l’uno all’altro. Ogni giorno è una sfida di incastri e puzzle fatto con il contributo di parenti, tate o amici che comunque vanno sapientemente orchestrati.

“Allora io la porto e tuo padre la riprende…. poi alle 19 arrivi tu, metti la pasta e io arrivo subito dopo”.

Un tetris quotidiano che richiede tanta creatività, tanta fatica e ovviamente, tanto amore.

Riuscire a coniugare impegni, vita sociale, commissioni, spesa e … vita di coppia (questa grande sconosciuta) non è mai facile. La coda allo sportello è interminabile, l’impiegato non sa rispondere nel frattempo tu hai perso una mattinata e chiami la nonna se riesce a tenerti il pargolo almeno un paio d’ore per recuperare e riuscire a concludere qualcosa. Poi nell’ordine:

  • la macchina che non parte
  • la tata disdice all’ultimo minuto
  • il marito fa tardi e… se hai più di un figlio uno dei due sta piangendo ininterrottamente (o magari entrambi) mentre tu pensi a come risolvere tutto questo.

Diciamocelo ogni mamma è un’artista. Riuscire a mantenere la salute mentale in questo dedalo di equilibri e logistiche meriterebbe davvero qualche menzione su qualche rivista importante. Non è questo il caso, con con storie di mamme da oggi sarete solo parte del mio blog. Oggi è un giorno come tanti altri. Ma oggi si parla di voi e di come siete speciali!

Storie di mamme… Storia di A.

A. è una ragazza come tante altre e come nessuna. Entra nel mio negozio quasi in punta di piedi, per non dare nell’occhio, con quello sguardo di chi sogna ad occhi aperti, ma è attenta alle spese. Le piace essere qui, adora il fatto di doversi confrontare con vestiti che celebrano il suo stato interessante (che espressione assurda… tutti i nostri stati sono interessanti!) ma non vuole rischiare di fare acquisti sbagliati.

Non vuole togliere risorse preziose a quell’esserino che presto avrà bisogno di lei e di tante altre cose. Piano, piano si avvicina a me… Ha le idee chiare, sa cosa le serve ed è interessata a vedere solo quello. Iniziamo a conoscerci a poco a poco, un cambio dopo l’altro.

Ci vuole un po’ di tempo in questo negozio, sapete? Il corpo cambia e non è facile alle volte guardarsi allo specchio.

La palla passa a me: devo capire la taglia giusta, ma soprattutto, devo capire cosa ti piace di te e cosa vuoi valorizzare. E questo me lo dice il sorriso con cui ti giri su te stessa per verificare che anche dietro sia tutto apposto. Oppure me lo dice il tempo con cui ti sfili quel capo che proprio non ti rispecchia.

Mi piace questo lavoro. E’ una piccola arte, devi entrare nella testa delle clienti con la chiave giusta, e non sempre ci riesco. Ogni volta è una situazione diversa, mai affrontata nonostante le migliaia di gravidanze già viste. Con A. serve delicatezza e tanto ascolto. La sua storia parte da lontano. Da un passato che si intravede nel fondo nei suoi occhi azzurri e da un futuro che non vede l’ora di abbracciare. E’ una ragazza dolcissima che ancora stenta a credere a quello che le sta succedendo dentro la pancia.

Ed è proprio tra un cambio e l’altro che i pezzi della sua storia prendono forma. In un’unica semplice frase.

“Ancora non ci credo. Non mi sembra di potermi meritare di essere così felice.”

Eh si, perché nella sua vita, non è stato facile trovare le persone giuste accanto a lei. E le delusioni sono sempre arrivate puntuali e spietate. E adesso che questo miracolo sta prendendo forma, una parte di lei non riesce a lasciarsi andare alla gioia e permane uno stato di allerta che cerca di proteggerla dal male che ha già visto altre volte.

Vederla sorridere dentro quei pantaloni, darle qualcosa di cui il suo corpo di nutra anche solo guardandosi con una silhouette che non si riconosceva da tempo ha dato modo a quelle lacrime di sgorgare in un pianto liberatorio, fatto di consapevolezza e tanta felicità provata semplicemente guardando il suo bellissimo suo corpo da futura mamma.

Dopo quella volta, è tornata molte altre volte, per sentirsi bene, per raccontarsi, anche solo per concedersi una piccola coccola. A. è rimasta impressa nella mia mente, così determinata e dolce, ma anche così fragile. Capace di tirare fuori un sentimento che appartiene a tante di noi, questa maledizione di non meritarsi quello che abbiamo, che spesso è frutto della paura di perderlo.

Adesso A. è una bellissima mamma, la sua bimba ha i suoi occhi e ancora oggi viene a trovarmi con gli stessi vestiti che gli ho venduto qualche mese prima. Il suo corpo sta tornando a poco a poco quello pre-gravidanza ma nel frattempo, i tagli premaman aiutano a nascondere qualche chiletto in più e a valorizzare i punti giusti.

Nonostante tutte le paure, ogni giorno si sente più sicura e finalmente può abbracciare quella gioia che l’ha resa la persona più felice del mondo.

 

 

Fine!

 

 

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