fbpx

La deriva fanatica dell’allattamento al seno

Grazie a Federica, Roma (Nella foto)

“Scrivo dopo aver lasciato posare ancora una volta quel dolore che ogni volta mi sale quando mi chiedono ‘l’allatti tu?’. È successo ancora durante le vacanze di Pasqua, ormai mia figlia ha dieci mesi, e quei primi mesi mi sembrano così lontani e credevo che ‘la domanda’ con tutte le sue conseguenze fosse archiviata. Invece pare di no. Ma non è quello il problema. Il fatto che le persone siano interessate alla vita di questi figli, che non sono una proprietà privata, è lecito e ha un sapore antico, ma di antico rimane solo la domanda (valla a trovare una donna che voglia fare da nutrice, come si faceva una volta)”.

“Il problema è l’effetto che fa su di me. Fin dall’inizio in ospedale il latte non arrivava, la tenevo ore attaccata, seguivo tutti i consigli del corso preparto, dei vari pediatri in ospedale, dell’ostetrica (pagata) e di quella del consultorio dove mi recavo con mio marito per allattare e farmi aiutare, con grande fatica, a causa del caldo torrido della passata estate e una brutta infezione ai punti. Niente, calo fisiologico drastico e il peso che continuava a scendere. Al controllo la pediatra dell’ospedale prescrive l’aggiunta di latte artificiale”.

“Il giorno dopo il pediatra di base dà dell’idiota alla collega e mi dice che devo solo tenerla attaccata. Perché suzione=produzione di latte. Ecco questa semplice formula matematica è stata il mio incubo. Ci sono donne che hanno gridato alla persecuzione politica e al martirio per essersi sentite giudicate mentre allattavano in pubblico, ecco io ogni volta che tiravo fuori il biberon mi ritrovavo con qualche fanatica della tetta che si avvicinava a chiedermi perché non allattassi io la malcapitata infante”.

“L’unica frase di conforto è arrivata dall’ennesima pediatra consultata, con notevole sforzo economico. La luminare sentenzia: ‘Di allattamento non ci abbiamo capito nulla, questa è la verità’. Scopro tutto un mondo di consulenti all’allattamento, una qualifica ottenibile con un corso on-line che non prevede nemmeno la Laurea in ostetricia come base di partenza. Per fortuna ci sono i consultori, il nostro di zona a Roma funziona benissimo, ancora adesso è un punto di riferimento a costo zero”.

“La cultura e il sostegno all’allattamento al seno è fondamentale dopo lo strapotere di anni delle multinazionali del latte artificiale, ma forse si dovrebbe interrogare sulla deriva dogmatica e fanatica a cui sta arrivando. Si parla sempre del corpo della donna: anche questo lo riguarda. La donna che non allatta, è assiomatico, non si è impegnata abbastanza, è stata pigra o, nella narrazione a carattere pietistico-ipocrita, non è stata aiutata abbastanza o sostenuta, poverina. Forse è il momento di una riflessione”.

“Una formula matematica o un esercizio meccanico non può descrivere un fenomeno che ha implicazioni fisiologiche e psicologiche. Ci sono donne che per quanto ci provino non riescono nell’allattamento esclusivo o non riescono e basta. Non siamo delle poverine male informate, non siamo pigre. Siamo madri come le altre”.

 

Articolo pubblicato l’11 Aprile sulla rubrica Invece Concita, de “La Repubblica”

 

Chi è Concita:

A Repubblica dal 1990 al 2008, poi direttore de L’Unità dal 2008 al 2011, è rientrata a Repubblica come editorialista. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Pisa, ha iniziato la carriera nelle radio e tv locali toscane. È autrice di numerosi libri tra cui “Non lavate questo sangue” (Laterza, 2001), “Una madre lo sa” (Mondadori, 2006), “Così è la vita”(Einaudi, 2011), “Io vi maledico” (Einaudi, 2013). Nel 2014 è uscito “Un giorno sull’isola”, scritto con il figlio Lorenzo. Nel 2015 ha pubblicato “Mi sa che fuori è primavera” (Feltrinelli), mentre nel 2016 sono usciti “Cosa pensano le ragazze” (Einaudi), legato al progetto omonimo che appare su Repubblica.it, e “Non chiedermi quando. Romanzo per Dacia” (Rizzoli). Per tre anni ha condotto su Rai Tre la trasmissione televisiva “Pane quotidiano” dedicata ai libri. Dall’autunno scorso va in onda, sempre su Rai Tre, “Fuori Roma”, programma da lei ideato e condotto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *